LA MORTE PER MALATTIA: QUANDO UNA DIAGNOSI CAMBIA TUTTO
10 Gennaio 2022
La morte per malattia un tempo era preferita poiché vista come meno traumatica di quella improvvisa. Oggi, invece, per la paura del dolore, di ritrovarsi infermi o di perdere l’autonomia, si sente dire “spero che mi venga un’infarto, magari nel sonno”. Questa propensione, figlia dei nostri tempi votati all’efficienza e all’autosufficienza, porta con sé numerose conseguenze. Inoltre tende a non considerare tutti gli elementi che contraddistinguono la morte per malattia, nonostante il dolore. In quest’articolo li vediamo insieme.
L’INIZIO DELLA FINE: LA DIAGNOSI
Spesso il momento della diagnosi è vissuto come una sentenza di morte. Sintomi, esami e preoccupazioni della persona e dei suoi familiari prendono forma e si materializzano in una parola che per molti diventa il nemico da combattere. La comunicazione della diagnosi è la linea spartiacque tra un “prima”, che diviene obiettivo da ritrovare e un “dopo” pieno d’incertezza, di timore e fatica.
UNA QUESTIONE CRUCIALE: LA VERITÁ
Dirla o non dirla? Talvolta è la persona che ha la malattia a non condividere nulla con chi le sta vicino; altre volte sono parenti e amici a fare in modo che non venga rivelata alcuna notizia al loro caro. In ogni caso, gli interrogativi circa ciò che è opportuno o meno esternare sono presenti in tutte le famiglie che affrontano un doloroso percorso di malattia. Può anche accadere che non vi sia un’esplicita presa di posizione, ma semplicemente ci si affidi a silenzi, non detti e mezze verità che nei fatti impediscono di stare nel dato di realtà e consapevolezza.
GLI SCONVOLGIMENTI FAMILIARI NELLA MORTE PER MALATTIA
Visite, terapie, farmaci e ausili sanitari iniziano a scandire la quotidianità e a popolare la casa. Tutto questo richiede una revisione delle priorità e dell’organizzazione familiare con ricadute in termini emotivi ed economici. Nuove spese per sostenere il percorso di cura e minori entrare possono intaccare le finanze della famiglia minacciandone la serenità.
Spesso in famiglia non si sa come comportarsi con i più piccoli: va bene o no renderli partecipi di ciò che sta accadendo? Sappiamo che i bambini si accorgono di tutto e l’esperienza suggerisce che è meglio condividere con loro gli avvenimenti, prestando attenzione alle loro domande e osservazioni e avendo cura di utilizzare un linguaggio adeguato alla loto età. Un dialogo aperto, infatti, consente di continuare ad essere punti di riferimento per i bimbi e anche di arginare la loro sconfinata fantasia che potrebbe addirittura portarli a sentirsi responsabili della malattia.
IL PERCORSO DI CURA: QUANDO I DETTAGLI FANNO LA DIFFERENZA
Non chiamatelo “malato”. Una persona è e resta tale fino alla fine, con tutta la sua ricchezza e la sua complessità, per questo non può essere identificata e ridotta alla sua malattia. È solo uno degli esempi che sottolineano l’importanza dei dettagli nel percorso di cura. La scelta delle parole è importante tanto quanto la cura di luoghi, tempi e modi che le accompagnano. Dialoghi e comunicazioni, specie nel tempo della malattia, è importante che siano accompagnati da una gestualità empatica, da un’atteggiamento di ascolto e che avvengano in ambienti accoglienti e curati, senza la frenesia e l’impazienza che ancora troppo spesso caratterizza la relazione medico-paziente.
In questo tempo, segnato dalla pandemia in corso, l’attenzione necessaria ai percorsi di cura è messa alla prova ancor di più dalle misure di contenimento e dal sovraccarico di lavoro dei sanitari. Questo, tuttavia, è importante che non faccia disperdere l’umanità e il rispetto che merita ogni persona, specialmente nel delicato tempo della malattia.
I VISSUTI NELLA MORTE PER MALATTIA
Sia la persona che ha la malattia in fase terminale sia i suoi familiari possono vivere il cordoglio anticipatorio. Si tratta di quell’insieme di emozioni, pensieri, ricordi e timori che portano a fare i conti con l’imminente perdita e aiutano a guidare e accompagnare adeguatamente scelte e azioni nell’ultimo tratto di vita.
Altre volte, invece, può capitare che sconforto, disperazione o anche un atteggiamento interventista prendano il sopravvento. Naturalmente è comprensibile ed umano, ma impedisce di stare sul dato di realtà o negando qualunque possibilità presente o ponendo eccessive aspettative nella medicina tradizionale o alternativa.
In ogni caso, è bene tener presente che ogni persona ha il suo vissuto e il suo modo del tutto personale di affrontare le perdite. Di questo ne abbiamo parlato anche nel precedente articolo: sotto l’albero vorrei ritrovare te
NELLA MORTE PER MALATTIA, UNA RISORSA: IL TEMPO
Anche se contraddistinta da fatica e dolore, la morte attesa offre una risorsa preziosa: il tempo. Più o meno lungo, il decorso della malattia consente alla persona e ai suoi familiari di utilizzarlo per risolvere i sospesi, le cose rimandate e mai dette, perdonarsi e congedarsi. È importante rendersi conto di quest’opportunità e coglierla perché è l’ultima chiamata per evitare rimpianti, rimorsi e cristallizzare un ricordo positivo con il proprio caro che influenzerà in modo significativo tutto il tempo dell’elaborazione del lutto.
L’APPUNTAMENTO ALLA CASA FUNERARIA
Questi sono solo alcuni dei temi che affronteremo Venerdì 21 Gennaio alle 20:30 nell’incontro pubblico presso la casa funeraria di Gorgo al Monticano in via Postumia di Sala 30.
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Lorenzo Bolzonello - psicologo e celebrante laico